"Credo sia possibile che, attraverso linee orizzontali e verticali
costruite con coscienza, ma non con calcolo, guidate da un’alta
intuizione, e create con armonia e ritmo, queste forme basilari di
bellezza, aiutate se necessario da altre linee o curve, possano divenire
un’opera d’arte, così forte quanto vera”. Piet Mondrian
(Preparazione alla mostra “Mondrian. L'armonia perfetta”: dall'8 ottobre 2011 al 29 gennaio 2012 al Complesso del Vittoriano di Roma)
Secondo Mondrian l’arte tradizionale prende come modello il mondo della natura, determinando un equivoco di fondo, l'illusione di poter trovare un equilibrio tra l’individuale e l’universale, mentre in realtà le forme, i colori naturali, il ritmo, le relazioni che tra loro esprimono, nella maggioranza dei casi non può essere risolto puntando su forme diverse di rappresentazione della realtà naturale, ma piuttosto rinunciando definitivamente a conciliare gli opposti.
Mondrian è impegnato nella costante ricerca dell'universale. L'universale consiste in quella che lui chiama "realtà pura". L'espressione della realtà pura è ostacolata da ogni componente personale e soggettiva, ma anche dalla rappresentazione di ogni dettaglio descrittivo. Quindi, l'unico modo per giungere all'espressione della realtà pura è l'astrazione.
Mondrian è sicuro di superare, grazie alla pittura, tutto ciò che è individuale e soggettivo, penetrando così nell’universale, nell’oggettivo, che per lui consiste nell’unica realtà, nell’unico equilibrio possibile.
Nel lavoro di Piet Mondrian è forte la componente mistica di derivazione
teosofica. Le premesse sono, in parte, simili a quelle di un altro "padre" della
pittura astratta: Wassily Kandinsky. Mondrian e Kandinsky sono convinti entrambi
della funzione spirituale dell'arte: cioè la possibilità da parte della pittura
di tradurre in termini figurativi l'essenza della realtà. In questa ricerca
pervengono entrambi all'astrazione. Ma mentre Kandinsky cerca di arrivare alla
comprensione dell'universo attraverso l'espressione del sentimento e
dell'interiorità, per Mondrian invece la soggettività è un ostacolo.
L'originalità di Mondrian sta nel tentativo di esprimere con la pittura non il
sentimento individuale che si rapporta alla realtà, ma il sentimento collettivo
astratto, mediante un'unica forma,
che egli chiama "neutra", il rettangolo, perché in esso la linea non ha
l'ambiguità della curva, ma la decisione della retta e perché nei suoi angoli si
equilibrano in unità le due forze contrastanti delle diverse direzioni della
linea, quella verticale e quella orizzontale. Il suo è un tentativo di dare un
senso ordinato, logico, lineare a una realtà che non ha senso.
Mondrian riduce la tavolozza ai tre colori primari, col nero e il bianco-grigio. Strutturando i suoi quadri su una griglia di linee nere verticali e orizzontali, organizza ulteriormente le composizioni intorno a un quadrato o rettangolo bianco-grigio dominante incorniciato da linee nere, limitando il colore alle zone marginali più piccole.
(fonte e per approfondire http://www.homolaicus.com/arte/mondrian.htm)
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