martedì 4 ottobre 2011

Karoushi di una blogger

Non è vero che il caos della pagina scritta sia il miglior simbolo del caos ultimo cui siamo votati: crederlo è vizio tipico del nostro secolo insicuro", Primo Levi



In casa dormono tutte Sara, Alice e Berta. Invece io rubo ore al sonno. Oppure è lui che ruba a me. Ancora non l'ho capito. Babbo del sonno tarda ad arrivare e io sono qui con voi che aspetto che passi a prendermi. A breve entrerò a far parte della generazione dei lavoratori a partita iva che mi definirà a pieno titolo una appartenente alla seconda generazione di lavoratori autonomi. In altre parole, il mio precariato sarà finalmente legalizzato: e questo mi toglie il sonno si! come immagino lo togliesse a mio padre quando ha iniziato la sua attività. 

Chiariamo subito che: - non sono una figlia d'arte; - mi muovo, a differenza di mio padre che vende beni molto materiali e tangibili, nell'ambito più immateriale che possa eserci: quello dei rapporti umani; - molti hanno pretesa di far bene il mio lavoro pur senza averne titolo o i titoli; - quando si avrebbe più bisogno della mia professionalità è il momento che meno si viene a chiedere i miei servizi. Per inciso servizi alle persone, non fraintendete. 

Posso a questo punto dire la parolaccia si... i più perspicaci avranno già capito che il mio lavoro inizia per psi. Che tipo di psicologa? Una di quelle che per far quadrare i conti a fine mese come molti miei coetanei fanno di tutto: dalla terapia all'insegnamento passando per la progettazione sociale.

Il 19 settembre 1932, 'Lunchtime apon a skyscraper' ci mostra il cantiere del grattacielo d quello che sarebbe diventato il Rockefeller Center dove si lavorava visibilmente senza protezione per il corpo fisico. Mi viene da dire che oggi si lavora anche senza protezione per la mente. L'acclamata tecnologia che avrebbe dovuto liberarci dalla schiavitù del lavoro ci ha resi schiavi di un'altra forma di schavitù: il telelavoro. Per chi fa il mio di lavoro, nell'accezione del project management, è un nemico mortale. 

Lavorare a progetto con un capo ansioso che non sa delegare vuol dire sfiorare quello che i giapponesi chiamano karoushi (=forma mortale di overdose di lavoro, aggiungerei superfluo ed inutile e pertanto frustrante). Sembra che chi ne è affetto rimanga incollato al computer a lavorare per ore e ore senza potersi staccare... ops che ci faccio a quest'ora ancora davanti a questo schermo?! E non sto neanche lavorando... meglio augurare buonanotte a tutti!
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