lunedì 21 febbraio 2011

Orti urbani

"La casa è di chi l’abita e un vile è chi lo ignora, il tempo è dei filosofi, la terra di chi la lavora", da Dimmi bel giovine.

Una delle prime cose che ho conosciuto di Londra sono stati gli "allotments", tanti minuscoli fazzoletti di terra, l'uno accanto all'altro, curati da coltivatori della domenica. Una forma di giardinaggio sociale, insomma. J. ne aveva uno proprio a South London, a un tiro di piede dalla casa dove sono stata ospitata. Andando lì ogni volta si ripeteva la magia di scorgere quel verde tanto rigoglioso quanto scomposto tra la regolarità dei palazzetti e l'ordine del traffico. Si perchè nel ricordo della Londra che ho conosciuto tutto è ordinato e simmetrico tranne gli allotments e Brick Lane. Durante i numerosi viaggi di visita a casa, si passa su un tratto di tangenziale che costeggia gli orti della Tiburtina... che invidia ogni volta! Così sabato pomeriggio mentre passeggiavamo io S. e S. verso villa De Santis (ribattezzata più volte villa Berardi) non mi è parso vero: un orto urbano proprio vicino la mia nuova casa! Più volte ho paragonato Tor Pignattara al sud di Londra ma mai avrei sperato in una ciliegina sulla torta così succulenta. Pensare addirittura che uno studio pubblicato sul British Medical Journal, dell’Università di Uppsala, durato niente-popò-di-meno-che 35 anni dimostra che coltivare un orto o fiori e piante in giardino o in terrazzo allunga la vita. Allora non mi resta che augurare lunga vita agli orti ins-orti e ai suoi coltivatori (info su ortorpigna@gmail.com)
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