sabato 3 luglio 2010

Ricordati di dimenticare

"Devi raccontare la tua storia e poi devi dimenticarla". Louise Bourgeois


Sogno di svegliarmi in una nuova casa. Piena di luce. Odori e voci entrano dalle finestre come un richiamo alla vita. A piedi nudi avanzo con passo sicuro e al contempo saltellante. Sento tutta la forza della novità che mi accoglie e mi trascina con sè. Guardo, annuso, ascolto. Arrivo in fondo ad una stanza che dev'essere certamente il salotto. Mi si delinea dinanzi un balcone tanto familiare quanto fuori luogo. Sobbalzo. Mi fermo d'un colpo, disorientata e incerta. Dove sono? La mia nuova casa non ha balconi! Non ci sarà posto ahimè, per l'oleandro dai fiori fucsia che potrà fiorire solo nel ricordo del balcone di mia nonna.

Murray Bowen sosteneva che per andare avanti bisogna a volte tornare indietro e prescriveva ai suoi allievi come parte del training di formazione di terapia familiare il "viaggio di ritorno a casa" supervisionato da un terapeuta. Casa. Eccomi già risucchiata da una sorta di spirale ermeneutica, in un processo interminabile di avvicinamento alle parti che compongono il tutto senza per questo poter ancora raggiungere l'integrità. Se è vero che la casa è simbolo del proprio mondo interiore la spirale si fa talmente ampia da coinvolgere la mia prima casa, l'utero materno, e la casa che agogno di riscattare: il mio corpo in nuda proprietà.


Ma torniamo all'oleandro sul balcone di mia nonna. Nel linguaggio dei fiori l'oleandro simboleggia "l'oblio", significato che gli è stato attribuito probabilmente per le sue proprietà tossiche. Regalare fiori di oleandro, o portarne addosso un mazzolino, può voler dire quindi soltanto: "ti ho dimenticato".

Adornerò allora la mia nuova casa con mazzolini di oleandro e avrò cura di ricordare l'importanza di dimenticare.

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